Sono Chiara Novelli, presidente dell’associazione Città di murex che ha indetto la prima edizione del concorso Città di parole, dove il romanzo della dott.ssa Recchia ha vinto il Primo premio della Giuria. La dottoressa mi ha fatto la gentilezza di invitarmi per spiegare le motivazioni del nostro premio.
Le motivazioni sono state svariate, ma i premi della giuria avevano La caratteristica di essere distinti per sezione e il premio attribuito a Chiara Recchia è stato quello all’interno della sezione del romanzo edito. All’interno della sezione il romanzo “ La trisavola si fece fornaia” è stato evidenziato come un prodotto dalla qualità intellettuale originale e originaria particolare.
Era chiaro che c’era un lavoro di doppio storico per quanto riguarda lo scritto, ossia un lavoro legato alla storia in cui si svolge il romanzo, quella dell’Italia preunitaria, che vede un lavoro meticoloso da questo punto di vista, ma un doppio storico in quanto siamo all’interno di un lavoro che tratta di una storia di memoria.
Una storia di memoria che è all’origine della storia della famiglia dell’autrice, che nasce da un portafoglio e da una lettera. E questo ha dei risvolti sociali, di sociologia politica, che noi abbiamo trovato interessantissimi e originali.
Originali perché raramente si parla della condizione della donna con quest’attenzione alla quotidianità, alla vita del bambino, come si è visto nel brano che è stato letto pocanzi. Una rete sociale in cui il bambino trova una via di affidamento e di sostentamento e a volte torna addirittura nelle braccia della madre.
È una realtà storica dove troviamo le nostre origini, della nostra realtà presente, di una realtà storica dove l’individuo subisce sempre i cambiamenti politici senza esserne mai protagonista. Questo scollamento tra il potere e la vita delle persone, l’essere umano che invece vive una sua realtà peculiare di sopravvivenza, di adattamento in qualche modo straordinaria, la ricerca delle proprie risorse all’interno di una realtà che molto spesso è pesantissima. Nonostante questo, vengono fuori da questo romanzo figure di donne e di uomini che sono straordinarie.
Straordinario è stato per noi anche trovare all’interno di questo romanzo le caratteristiche che Ernest Heminguay aveva dato di ciò che è un buon romanzo: una storia dove si racconta la verità di un fatto che è sulla propria pelle, nel nostro sangue, e lo si racconta con una qualità della parola che è grazia. Noi abbiamo ritrovato queste caratteristiche in questo romanzo. Ecco perché ci siamo innamorati di questa trisavola.
Ci siamo innamorati anche, ovviamente, della bellissima storia d’amore tra Eleonora Palmieri e Adriano Alteri. Lei strappata dalla famiglia, umiliata, deve sottoporsi alla volontà del padrone. Immaginiamo questa ragazzina, le angosce che vive nella sua condizione di sudditanza, ancora una volta troviamo la sudditanza. Nello stesso tempo la verità storica di quest’uomo che è una figura importante, notaio, poi sindaco, e nonostante questa enorme disparità, noi vediamo un sentimento superare le barriere del tempo, le barriere del ceto, e fondarsi su una realtà che è fatta di valori umani, di responsabilità verso un amore che viene valorizzato, rispettato fino alla fine dei loro giorni, perché alla fine si sposeranno anche se solo per la Chiesa.
Lui potrà riconoscere solo la loro prima figlia, ma per fortuna la grande saggezza, attenzione e sapienza di Eleonora farà sì che lei potrà dare ai figli il suo cognome, e questa è una realtà straordinaria del valore del sentimento che ci è stato portato attraverso questa storia di memoria.
Perché le storie di memoria hanno questa caratteristica, di attivare in chi legge quei principi di intelligenza emotiva, che poi sono il nostro mondo di valori. Quel mondo di valori che si cerca quotidianamente di annullare. Gli italiani sono stati chiamati un popolo senza memoria, qui invece ci sono i nostri valori che sono la nostra libertà, c’è l’elaborazione del nostro mondo interiore.
Straordinario per noi è stato anche il viaggio che abbiamo fatto attraverso i personaggi, attraverso i personaggi delle due spose, perché Adriano non può sposare Eleonora ma deve sposare Eliana, e quindi c’è questa lotta a distanza, queste gravidanze una dopo l’altra, la rivalità, per far vedere l’una all’altra di essere la preferita, e alla fine nascono otto figli a Eleonora e nove figli a Eliana.
I figli di Eleonora, che vive in una condizione di enorme difficoltà, sono bambini che lei cresce con una forza straordinaria, la forza che era, come ci racconta Chiara Recchia nella nota, delle donne di quei territori dei Volsci della città di Atina, territori dove c’era una realtà di donne guerriere.
Quindi erano donne che avevano già nel mito queste straordinarie doti di forza interiore, che faceva sì che il padre andasse orgoglioso dei figli, non solo perché erano belli e forti, ma anche per le qualità umane.
Per noi è stato anche importante scoprire com’era allora il rapporto con la morte, perché c’è una parte del romanzo che parla del vaiolo, vaiolo che porterà via la moglie legittima di Adriano e porterà via anche Adriano poco dopo che si è sposato con Eleonora.
Scoprire questo rapporto così naturale con la malattia e con la morte con cui si era a contatto ogni giorno, non era un tabu come oggi, in cui il soffrire appartiene sempre a qualcun altro. Quindi Adriano, una volta sposato con Eleonora, viene accolto nella sua famiglia nella sua realtà di difficoltà. Si racconta anche come viene vissuta l’epidemia a livello popolare, di saggezza popolare.
Quindi Eleonora fa sì che i suoi figli abbiano un futuro importante, lei è diventata fornaia, appunto, lei come donna acquista una sua indipendenza e questa indipendenza la trasmette alle sue figlie, ognuna del le quali, nonostante le difficoltà del periodo, avrà un suo mestiere, una dignità come persona e come donna.
Quindi tutto quanto finirà in una serie di incontri e di matrimoni che porteranno questi figli e queste famiglie ad andare all’estero, in America, che, come dice la dottoressa, è lì quasi ad aspettarli.
E questo spiega anche perché il romanzo è bilingue, italiano e inglese, per il ramo americano della discendenza di Eleonora e di Adriano.